Si chiama cisti pilonidale o sinus pilonidalis, un’infezione acuta o cronica che compare solitamente in corrispondenza dell’osso sacro. Si tratta della formazione di pus all’interno di una cavità chiusa (suppurazione), che nella forma acuta compare rapidamente (in qualche giorno) con una tumefazione infiammatoria dolorosa.
Si verifica di solito in pazienti con peluria ben rappresentata o in pazienti obesi o sovrappeso.
La cisti pilonidale è una malattia caratteristica dell’adolescente e del giovane adulto, rara dopo i quaranta anni. Compare soprattutto nell’uomo (1% della popolazione maschile e 0,1% di quella femminile, nella quale però può manifestarsi più precocemente che nell’uomo).
La causa esatta della cisti pilonidale non è ancora certa.
Si ammette oggi che i peli si “incarniscano” nel derma a livello della plica interglutea, creando una reazione infiammatoria che si propaga al tessuto cellulare sottocutaneo, a livello del quale si forma allora una cavità. Accanto a questi orifizi posti sulla linea mediana (piega interglutea), possono esistere orifizi secondari, laterali rispetto alla linea mediana e corrispondenti a delle ramificazioni suppurate della cavità cistica primaria.
Diagnosi
La cisti pilonidale o sinus pilonidalis può essere diagnosticata con la semplice visita specialistica, sulla base dei segni caratteristici in sede sacro-coccigea (a livello della piega tra i glutei).
È possibile verificarne la presenza, tastando la parte interessata e riscontrando una “pallina” al di sotto della cute associata alla presenza di una secrezione liquida chiara o di pus. L’area è estremamente dolente alla palpazione e, generalmente, il semplice atto di separare le natiche per esaminare la zona è mal tollerata dal paziente.
Il Trattamento
Il trattamento prevede l’asportazione completa della cisti pilonidale e di un margine minimo di tessuto sano (non infiammato) con successiva:
- “chiusura diretta”, che prevede una sutura dei due lembi di cute con punti staccati: la ferita viene perciò chiusa senza che ci sia comunicazione con l’esterno. La guarigione è quindi rapida, ma questa tecnica non mette del tutto al riparo dalle recidive sia immediate che a lungo termine (25-30% dei casi);
- trattamento aperto, “per seconda intenzione”, nel quale cioè la ferita resta aperta e tamponata con una garza speciale (“iodata”). Tale metodo garantisce una pulizia più accurata nei casi di cisti e raccolte di pus molto estese. In questo caso, la guarigione richiederà cure attente, ripetute e lunghe perché i tempi di guarigione sono mediamente di 6 settimane o più.
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